100 km al giorno… 50 all’andata e 50 al ritorno

strada

Nicola Arigliano cantava “20 chilometri al giorno”, ma i tempi son cambiati e a me tocca farne 100, sempre al giorno, 50 all’andata e 50 al ritorno. Da buon cittadino Italiano me li faccio con quel bel mezzo inquinante chiamato automobile e anche qui mi tocca. E’ una bella spesa, economicamente parlando, ma mi tocca.

Sto iniziando a pensare che lavorare nell’IT ed abitare a Chioggia (VE) sia particolarmente svantaggioso e lo penso perchè dopotutto, questa bella città, non offre alcun tipo di opportunità professionali oltre all’artigianato più tradizionale che si possa conoscere e la pesca, costringendo così me, e tanti altri lavoratori, a fare una vita da pendolari, che detta così può sembrare anche una cosa sopportabile.

Immaginate un pendolare che, per lavorare, con il mezzo proprio si sposta da una città all’atra per un totale di 100 km al giorno, con un mezzo proprio perchè privo di alternative valide ed efficienti, frutto di una politica che ha portato avanti, e che continua a farlo, un totale disinteresse nei confronti di questa problematica. Quotidianamente infatti si muovono 6000 pendolari da Chioggia, che nel suo complesso conta 50000 abitanti, per spostarsi verso Venezia, Treviso e Padova.

Questi spostamenti da parte dei lavoratori avvengono, per una sostanziosa metà, attraverso l’utilizzo di mezzi pubblici, ovvero autobus, che percorrono la più pericolosa strada statale d’Italia, l’inquietante e trafficata “S.S. 309 Romea”, la stessa che percorro io per circa 25 km prima di abbandonarla ed imboccare la “Strada dei pescatori” altra favolosa arteria Veneta.

Chi non usa il mezzo pubblico è perchè non ha alternative al mezzo proprio, non esistono infatti collegamenti ferroviari decenti, l’unico mezzo pubblico per raggiungere le 3 città sopracitate è l’autobus, che impiega oltre un’ora per percorrere meno di 40km e che non raggiunge tutte le maggiori zone lavorative dei pendolari, che si trovano appunto costretti ad utilizzare i propri mezzi. Io, per esempio, se volessi utilizzare i mezzi pubblici dovrei percorrere 40 km con l’autobus, per la durata di 1 ora e 30 minuti, dopo di che attendere la coincidenza del tram e percorrere altri 10 km, spendendo altri 15 minuti della mia giornata per avvicinarmi ragionevolmente all’ufficio.

A mio avviso non è assolutamente accettabile che per raggiungere il posto di lavoro, un lavoratore debba utilizzare mezzi privati quando invece si potrebbero pensare e realizzare, anche in breve tempo, una serie di collegamenti efficenti per migliorare la mobilità dei lavoratori. Insomma, negli anni 90 immaginavamo gli anni 2000 come anni che avrebbero cambiato la nostra concezione di mobilità, addirittura grazie all’ausilio di auto volanti, ma invece i tempi cambiano e i metodi per spostarsi rimangono gli stessi, come d’altronde cambiano i testi delle canzoni, ma le espressioni sono quelle di sempre.

3 commenti

  1. E’ normale… oggigiorno ai personaggi del governo qua in Italia importa degli elettori solo il giorno delle votazioni. Una volta saliti in carica, tutti i problemi degli elettori agli occhi dei politici magicamente spariscono e se s’accorgono che qualche cosa non va, scatta il famoso metodo dello “scaricabarile” così non risolvendo mai nulla fino alle prossime elezioni, per poi ripetersi a catena il solito “tram tram” col nuovo politico in carica.
    E questo non riguarda solo i problemi di viabilità o dei lavoratori in generale, riguarda tutto.

  2. @Alessio: La politica si muove solo quando fa comodo a lei e ricordiamoci che la politica non è un oggetto, sono un’insieme di persone… A buon intenditore poche parole.

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