Parole scontate che contano

Che io amassi il Fabio Volo poeta e scrittore, penso che si sapesse già, ma giusto per chi non lo sapesse e magari non conoscesse neppure Fabio Volo, ho voluto montare un suo video e caricarlo su youtube, un video in cui da, attraverso le parole di una ragazza, una visione della libertà sentimentale e se vogliamo anche oggettiva che in alcune circostanze l’uomo, inteso come essere vivente, si lascia scippare da quella che è la società e dai valori che essa ci impone.

Ho usato la parola “impone” perchè penso che si possa parlare proprio di questo nella maggior parte dei matrimoni e lo penso perchè ho come l’impressione che chi arriva a 40’anni senza aver ancora trovato “l’amore della sua vita” venga visto come un uomo che non ce l’ha fatta, a differenza invece della coppia 40’enne che sposata si considera e viene considerata dalla società, come la coppia che ce l’ha fatta, arrivata ad un obiettivo che tutti si impongono.

Ma è realmente così? Il matrimonio, la convivenza con una persona per l’eterno della nostra vita, è davvero il raggiungimento di un traguardo importante che l’uomo deve raggiungere per avere una vita normale? Qual’è il concetto di vita normale? E’ la società intera che sbaglia o sono i singoli “scapoli” che lo fanno?

Quello che sembra a me, è che la società veda nel matrimonio o anche nella semplice unione permanente con un’altra persona, la felicità assoluta ed indispensabile per vivere in maniera corretta. Ma è davvero così?

2 commenti

  1. Non è certo conformandosi alle “etichette” sociali della felicità che la si raggiunge…Ognuno dentro sente cos’è la sua felicità e sa se vuole condividerla o mantenerla per se, così come la propria libertà.
    Io stessa ho avuto modo di cambiare punti di vista, distaccandomi da queste etichette sociali che credevo indiscutibili…
    Una mia prof ha sempre detto:” si deve fare solo ciò che è gradito a se stessi e non per compiacere gli altri o rispettare le tradizioni sociali…se mi invitano a cena, e quelle persone non mi vanno o non ne ho voglia, me ne stò a casa”.

  2. “Sono indipendente. Difenderei questa condizione con tutte le mie forze. Sempre. Eppure anch’io a volte avrei bisogno di un abbraccio, di arrendermi e perdermi tra le braccia di un uomo. Un abbraccio che mi faccia sentire protetta anche se so proteggermi da sola. […] E’ una sensazione. Ma non voglio stare con un uomo per questo. Non posso scendere a compromessi, e non posso rinunciare a tutto quello che ho, alla mia libertà, per quell’abbraccio che poi spesso con gli anni non c’è nemmeno più.”
    “Vorrei un uomo con cui stare bene. Un uomo seduto al mio fianco quando sono al cinema, o al ristorante o su un pullman. Vorrei incontrare una persona con la quale condividere delle prospettive. Non voglio dire per forza matrimonio figli ecc. Ma nemmeno uno di quegli uomini che si spaventano quando chiedi una cosa più lontana di due giorni. […] Non cerco una famiglia, ma nemmeno una persona con cui non riesco a progettare una vacanza perché gli vengono le ansie. […] Vorrei uno che mi piace e vorrei poterglielo dire senza che si spaventi, senza che mi faccia sentire che gli sto troppo addosso. Vorrei un uomo che con la stessa serenità mi cerchi quando non lo cerco io. E poi, soprattutto, vorrei un uomo che c’è. […] Un uomo che c’è. E’ uno sguardo. Uno sguardo dietro a tutto. E’ un modo di guardarti in silenzio che significa tutto per me. Significa che c’è.”

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